ChrisShumwayRiscritto da Basi di UnixSinossiIl seguente capitolo tratta i comandi e le
funzionalità di base del sistema operativo
FreeBSD. Molto di questo materiale è
valido anche per altri sistemi operativi &unix;-like.
Sentiti libero di leggere velocemente questo capitolo se hai
familiarità con questo materiale. Se sei un utente
alle prime armi di FreeBSD, allora dovrai di
sicuro leggere questo capitolo attentamente.Dopo aver letto questo capitolo, saprai:Come usare le console virtuali di FreeBSD.Come funzionano i permessi dei file &unix; oltre ad una
spiegazione dei flag sotto &os;.La struttura di default del file system di &os;.L'organizzazione del disco di &os;.Come montare e smontare i file system.Cosa sono i processi, i demoni e i segnali.Cos'è una shell, e come cambiare il proprio ambiente di
login di default.I principi di base sull'uso degli editor testuali.Cosa sono i dispositivi e i nodi dei dispositivi.Quali formati dei binari sono usati in &os;.Come leggere le pagine man per ottenere maggiori
informazioni.Console Virtuali e Terminaliconsole virtualiterminaliFreeBSD può essere usato in vari modi. Uno di questi
è quello di digitare i comandi tramite un terminale
testuale. Quando si utilizza FreeBSD in questo modo si ha
velocemente nelle proprie mani molta della flessibilità
e della potenza di un sistema operativo &unix;.
Questa sezione descrive cosa sono i terminali e le
console, e come si possono utilizzare in FreeBSD.La consoleconsoleSe non hai configurato FreeBSD in modo tale da avviare in
modo automatico l'ambiente grafico durante l'avvio, il
sistema ti fornirà un prompt di login dopo la fase di
avvio, esattamente dopo che gli script di avvio sono stati
eseguiti. Dovresti vedere qualcosa simile a questo:Additional ABI support:.
Local package initialization:.
Additional TCP options:.
Fri Sep 20 13:01:06 EEST 2002
FreeBSD/i386 (pc3.example.org) (ttyv0)
login:I messaggi potrebbero essere leggermente diversi sul tuo
sistema, tuttavia dovresti vedere qualcosa di analogo. In
questo momento ci interessano le ultime due righe. Analizziamo
la penultima riga:FreeBSD/i386 (pc3.example.org) (ttyv0)Questa riga contiene alcune informazioni sul sistema che hai
appena avviato. Sei di fronte a una console
FreeBSD, che sta girando su un processore Intel
o su un processore compatibile con l'architettura x86Questo è il significato di i386.
Nota che anche se non stai eseguendo FreeBSD su una CPU della serie
386 di Intel, questo messaggio resta i386. Non
si riferisce al tipo del tuo processore, ma bensì
all'architettura del processore..
Il nome di questa macchina (tutte le macchine &unix; hanno un nome)
è pc3.example.org, e in questo momento sei di
fronte alla sua console di sistema—il terminale
ttyv0.Infine, l'ultima riga è sempre:login:Qui devi digitare il tuo username per
loggarti in FreeBSD. La prossima sezione descrive come
fare ad effettuare il login su FreeBSD.Loggarsi in FreeBSDFreeBSD è un sistema multi-utente e multi-processo.
Questa è la descrizione formale che viene usualmente
attribuita a un sistema che può essere usato da diverse
persone, le quali eseguono contemporaneamente molti programmi
su una singola macchina.Ogni sistema multi-utente necessita di qualche metodo che
distingua un utente in modo univoco. In
FreeBSD (e in tutti i sistemi operativi &unix;-like), questo
viene realizzato richiedendo che ogni utente debba
loggarsi nel sistema prima che possa
eseguire qualche programma. Ogni utente ha un nome univoco (lo
username), uno personale e una chiave segreta
(la password). FreeBSD richiede entrambe
queste due cose prima di dare la possibilità ad un
utente di eseguire qualche programma.script di avvioAppena dopo la fase di avvio di FreeBSD e quando gli script
di avvio sono stati eseguitiGli script di avvio sono programmi che vengono eseguiti in
modo automatico durante la fase di avvio di FreeBSD. Il
loro compito principale è quello di impostare l'ambiente
che potrà essere utilizzato da qualsiasi altro programma che
venga eseguito, ed avviare i servizi che hai configurato in
modo tale da essere eseguiti in background per realizzare
cose utili., ti viene presentato un prompt dove inserire un valido
username:login:Giusto per questo esempio, assumiamo che il tuo username
sia john. Al prompt digita
john e premi Invio. Ti
verrà presentato un prompt dove inserire la
password:login: john
Password:Digita la password di john, e
premi Invio. La password
non viene visualizzata! Non ti devi
preoccupare di questo per ora. È sufficiente sapere
che è una questione di
sicurezza.Se hai digitato la tua password in modo corretto,
dovresti essere loggato in FreeBSD e sei quindi pronto per
provare tutti i comandi disponibili.Dovresti inoltre vedere il messaggio del giorno
(MOTD) seguito da un prompt dei comandi (un
carattere #, $, o
%). Ciò
indica che sei a tutti gli effetti loggato su FreeBSD.Console MultipleEseguire comandi &unix; in una sola console va bene,
tuttavia FreeBSD può eseguire più programmi alla
volta. Avere una sola console dove poter digitare i comandi
può essere un pò uno spreco quando un sistema
operativo come FreeBSD è in grado di eseguire dozzine di
programmi contemporaneamente. È
in questo caso che le console virtuali possono essere
molto utili.FreeBSD può essere configurato in modo tale da poter
utilizzare differenti console virtuali. Puoi passare da una console
virtuale ad un'altra digitando un paio di tasti sulla tastiera. Ogni
console ha il proprio canale di output indipendente, e FreeBSD si
occupa di redirigere correttamente l'input della tastiera e l'output del
monitor quando passi da una console virtuale in un'altra.In FreeBSD alcune combinazioni speciali di tasti sono state
riservate per il passaggio tra le consoleUna descrizione abbastanza tecnica ed accurata di tutti i
dettagli della console di FreeBSD e dei driver della tastiera
può essere trovata nelle pagine man di &man.syscons.4;,
&man.atkbd.4;, &man.vidcontrol.1; e &man.kbdcontrol.1;. Qui non
approfondiremo i dettagli, ma il lettore interessato può
sempre consultare le pagine man per una spiegazione dettagliata
e completa su come funzionano queste cose.. Puoi usare
AltF1,
AltF2, fino a
AltF8 per
cambiare console su FreeBSD.Quando passi da una console ad un'altra, FreeBSD si preoccupa di
salvare e ripristinare l'output a video. Il risultato è
l'illusione di avere più schermi e più
tastiere virtuali che puoi utilizzare per dare in pasto a
FreeBSD dei comandi. I programmi che lanci su una console virtuale
rimarranno in esecuzione anche quando la console non è visibile.
L'esecuzione di questi programmi continua quando passi in un'altra
console virtuale.Il File /etc/ttysLa configurazione di default di FreeBSD prevede l'avvio del sistema
con otto console virtuali. Comunque questo non è un settaggio
obbligatorio, e puoi facilmente personalizzare la tua installazione in
modo tale da avviare il sistema con qualche console virtuale in
più o in meno. Il numero e i settaggi delle console virtuali sono
configurati nel file /etc/ttys.Puoi usare il file /etc/ttys per configurare
le console virtuali di FreeBSD. In questo file ogni riga non commentata
(le righe che non iniziano con il carattere #)
contiene i settaggi di un singolo terminale o di una singola console.
La versione di default di questo file contenuta in FreeBSD
configura nove console virtuali, ed abilita otto di queste. Sono
le righe che iniziano con ttyv:# name getty type status comments
#
ttyv0 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
# Terminali virtuali
ttyv1 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv2 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv3 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv4 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv5 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv6 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv7 "/usr/libexec/getty Pc" cons25 on secure
ttyv8 "/usr/X11R6/bin/xdm -nodaemon" xterm off securePer una descrizione più dettagliata su ogni colonna di questo
file e per tutte le opzioni che puoi utilizzare per settare le console
virtuali, consulta la pagina man &man.ttys.5;.Console in Modalità Single UserUna descrizione dettagliata del significato della
modalità single user può essere trovata
nella . È bene notare che
c'è un'unica console quando avvii FreeBSD in modalità
single user. Le console virtuali non sono disponibili. Anche i
settaggi della console in modalità single user possono essere
trovati nel file /etc/ttys. Guarda la riga che
inizia con console:# name getty type status comments
#
# Se la console è definita "insecure", allora il processo init richiederà la password di root
# quando entrerai in modalità single-user.
console none unknown off secureCome riportato nel commento sopra la riga
console, puoi modificare questa riga cambiando
secure in insecure. Se lo fai,
quando FreeBSD viene avviato in modalità single user,
verrà chiesta la password di root.Pensaci comunque due volte a settare il parametro
insecure. Se non ricordi più
la password di root, riuscire ad avviare il
sistema in modalità single user sarà molto complesso.
È ancora possibile, ma potrebbe essere molto difficile per chi
non conosce molto bene il meccanismo di avvio di FreeBSD e i relativi
programmi.Modifica delle Modalità Video della ConsoleLa modalità video di default della console di FreeBSD
può essere impostata a 1024x768, 1280x1024, o ad un altra
risoluzione supportata dalla tua scheda grafica e dal tuo monitor.
Per usare una modalità video differente, devi prima
ricompilare il tuo kernel aggiungendo due opzioni:options VESA
options SC_PIXEL_MODEQuando il kernel è stato ricompilato con queste due opzioni,
puoi determinare quali modalità video sono supportate
dal tuo hardware usando l'utility &man.vidcontrol.1;.
Per ottenere una lista delle modalità video supportate,
digita il seguente comando:&prompt.root; vidcontrol -i modeL'output di questo comando è una lista delle
modalità video che sono supportate dal tuo hardware.
Puoi usare una nuova modalità video indicandola a
&man.vidcontrol.1; in una console root:&prompt.root; vidcontrol MODE_279Se la nuova modalità è soddisfacente, può
essere impostata in modo permanente ad ogni avvio nel file
/etc/rc.conf:allscreens_flags="MODE_279"I PermessiUNIXFreeBSD, essendo un discendente diretto dello &unix; BSD, si basa su
molti concetti chiave di &unix;. Il primo e il più affermato
è che FreeBSD è un sistema operativo multi-utente.
Il sistema può gestire diversi utenti che lavorano
contemporaneamente su operazioni indipendenti. Il sistema è
responsabile della gestione e della suddivisione appropriata delle
richieste di utilizzo dei dispositivi hardware, delle periferiche, della
memoria, e del tempo di CPU in modo equo per ogni utente.Poichè il sistema è in grado di supportare più
utenti, tutto ciò che il sistema gestisce possiede un insieme di
permessi che determinano chi può leggere, scrivere, ed eseguire la
risorsa. Questi permessi sono memorizzati mediante tre ottetti
suddivisi in tre parti, una per il proprietario del file, una per il
gruppo al quale il file appartiene, e una per tutti gli altri. Questa
rappresentazione numerica funziona in questo modo:permessipermessi dei fileValorePermessiListato nella Directory0Lettura no, scrittura no, esecuzione no---1Lettura no, scrittura no, esecuzione--x2Lettura no, scrittura, esecuzione no-w-3Lettura no, scrittura, esecuzione-wx4Lettura, scrittura no, esecuzione nor--5Lettura, scrittura no, esecuzioner-x6Lettura, scrittura, esecuzione norw-7Lettura, scrittura, esecuzionerwxlsdirectoryPuoi usare l'opzione del comando &man.ls.1; per
visualizzare un lungo listato della directory che include una colonna
contenente le informazioni sui permessi del file per il proprietario, per
il gruppo, e per gli altri. Per esempio, digitando ls
-l in una arbitraria directory:&prompt.user; ls -l
total 530
-rw-r--r-- 1 root wheel 512 Sep 5 12:31 myfile
-rw-r--r-- 1 root wheel 512 Sep 5 12:31 otherfile
-rw-r--r-- 1 root wheel 7680 Sep 5 12:31 email.txt
...Ecco come è suddivisa la prima colonna dell'output del comando
ls -l:-rw-r--r--Il primo carattere (partendo da sinistra) indica se il file in
questione è un file regolare, una directory, un file speciale per
dispositivi a caratteri, una socket, o un file speciale per altri
dispositivi. Nel nostro caso, il - indica un
file regolare. I tre caratteri successivi, che in questo esempio sono
rw-, indicano i permessi per il proprietario del file.
Seguono altri tre caratteri, r--, che indicano i
permessi del gruppo al quale il file appartiene. Gli ultimi tre
caratteri, r--, indicano i permessi per il resto del
mondo. Un trattino significa che il permesso non viene concesso.
Nel caso di questo file, i permessi sono settati affinchè il
proprietario possa leggere e scrivere il file, il gruppo possa leggere
il file, e il resto del mondo possa solamente leggere il file. In accordo
con la precedente tabella, i permessi per questo file sono
644, dove ogni cifra rappresenta una delle tre parti
che costituiscono i permessi del file.D'accordo, ma in che modo il sistema controlla i permessi sui dispositivi?
FreeBSD tratta molti dispositivi hardware esattamente come un file che i
programmi possono aprire, leggere, e scrivere dei dati proprio come
avviene con gli altri file. Questi file speciali per i dispositivi sono
memorizzati nella directory /dev.Anche le directory sono trattate come file. Queste hanno permessi di
lettura, scrittura e di esecuzione. Il bit riferito al permesso di
esecuzione per una directory ha un significato leggermente differente
rispetto a quello dei file. Quando una directory ha il permesso di
esecuzione abilitato, significa che si ha accesso alla directory, ossia
è possibile eseguire il comando cd (cambio di
directory) per entrarci. Inoltre questo significa che all'interno della
directory è possibile accedere ai file dei quali si conosce il nome
(naturalmente a condizione dei permessi degli stessi file).In particolare, per visualizzare il contenuto di una directory, deve
essere abilitato il permesso di lettura sulla stessa, mentre per
eliminare un file di cui si conosce il nome, è necessario che la
directory contenente il file abbia i permessi di scrittura
e di esecuzione abilitati.Ci sono altri bit per permessi particolari, ma sono in genere usati
in circostanze speciali come il permesso di setuid per i binari e
quello di sticky per le directory. Se vuoi avere più informazioni
sui permessi dei file e su come settarli, guarda la pagina man di
&man.chmod.1;.TomRhodesContributo di Permessi SimbolicipermessisimboliciI permessi simbolici, qualche volta chiamati espressioni simboliche,
usano caratteri al posto dei numeri ottali per assegnare i permessi a
file o directory. Le espressioni simboliche usano la sintassi (chi)
(azione) (permessi), con i seguenti valori:OpzioneLetteraCosa rappresenta/Cosa fa(chi)uUtente(chi)gGruppo di appartenenza(chi)oAltri(chi)aTutti (tutto il mondo)(azione)+Aggiunge i permessi(azione)-Rimuove i permessi(azione)=Setta esplicitamente i permessi(permessi)rLettura(permessi)wScrittura(permessi)xEsecuzione(permessi)tBit sticky(permessi)sSetta UID o GIDQuesti valori sono usati con il comando &man.chmod.1;
come esposto in precedenza, ma con le lettere. Per esempio, puoi usare
il seguente comando per impedire agli altri utenti l'accesso a
FILE:&prompt.user; chmod go= FILESe si ha la necessità di realizzare più di una
modifica ai settaggi di un file si può usare una lista di
settaggi separati da virgola. Per esempio il seguente comando
rimuoverà il permesso di scrittura su
FILE al gruppo di appartenenza del file e al
resto del mondo, e inoltre aggiungerà
il permesso di esecuzione per tutti:&prompt.user; chmod go-w,a+x FILETomRhodesContributo di Flag dei File in &os;Oltre ai permessi dei file discussi in precedenza, &os;
supporta l'uso dei flag dei file. Queste flag
aggiungono un ulteriore livello di sicurezza e di controllo sui
file, ma non per le directory.Queste flag dei file aggiungono un ulteriore livello di
controllo sui file, assicurando in alcuni casi che persino
root non possa rimuovere o alterare file.Le flag dei file sono alterate usando l'utility &man.chflags.1;,
tramite una semplice sintassi. Per esempio, per abilitare la flag
di sistema di non-cancellabilità sul file
file1, si può usare il comando
seguente:&prompt.root; chflags sunlink file1E per disabilitare la stessa flag, si può usare
semplicemente il comando precedente con no davanti a
. Ecco come:&prompt.root; chflags nosunlink file1Per vedere le flag del file di esempio, usa il comando
&man.ls.1; con le flag :&prompt.root; ls -lo file1L'output dovrebbe assomigliare al seguente:-rw-r--r-- 1 trhodes trhodes sunlnk 0 Mar 1 05:54 file1Diverse flag possono essere aggiunte o rimosse sui file solo
tramite l'utente root. Negli altri casi, il
proprietario dei file può settare queste flag. Si raccomanda
di leggere le pagine man &man.chflags.1; e &man.chflags.2; per
maggiori informazioni.Struttura delle Directorygerarchia delle directoryLa gerarchia delle directory di FreeBSD è fondamentale per
ottenere una comprensione globale del sistema. Il concetto più
importante da cogliere al volo è quello relativo alla directory
root, /. Questa directory è la prima ad essere
montata all'avvio e contiene gli elementi fondamentali del sistema
necessari per predisporre il sistema operativo al funzionamento
multi-utente. Inoltre la directory root contiene i punti di mount per
gli altri file system che sono montati durante la transizione per
il funzionamento multi-utente.Un punto di mount è una directory dove dei file system
aggiuntivi possono essere innestati sul file system padre
(in genere il file system root).
Questo è ulteriormente descritto nella . Alcuni punti di
mount standard sono /usr, /var,
/tmp, /mnt, e
/cdrom. Queste
directory compaiono in genere negli elementi del file
/etc/fstab. Il file /etc/fstab
è una tabella di file system e punti di mount che viene consultata
dal sistema. Molti dei file system riferiti nel file
/etc/fstab sono montati in modo automatico all'avvio
tramite lo script &man.rc.8; a meno che essi sia stati dichiarati con
l'opzione . Maggiori dettagli possono essere
trovati nella .Una descrizione completa della gerarchia del file system è
disponibile nella pagina man &man.hier.7;. Per ora, è
sufficiente una breve panoramica generale delle directory più
comuni.DirectoryDescrizione/Directory root del file system./bin/Utilità fondamentali per l'utente sia in ambiente
mono-utente sia in ambiente multi-utente./boot/Programmi e file di configurazione utilizzati durante la
fase di avvio del sistema operativo./boot/defaults/File di configurazione di avvio di default; consultare
&man.loader.conf.5;./dev/Nodi di dispositivo; consultare &man.intro.4;./etc/Script e file di configurazione del sistema./etc/defaults/File di configurazione di default del sistema; consultare
&man.rc.8;./etc/mail/File di configurazione per gli MTA (Mail Transfer Agent,
agente di trasferimento della posta elettronica) come
&man.sendmail.8;./etc/namedb/File di configurazione di named;
consultare &man.named.8;./etc/periodic/Script che sono eseguiti giornalmente, settimanalmente, e
mensilmente tramite &man.cron.8;; consultare
&man.periodic.8;./etc/ppp/File di configurazione di ppp;
consultare &man.ppp.8;./mnt/Directory vuota usata comunemente dagli amministratori di
sistema come punto di mount temporaneo./proc/File system dedicato ai processi; consultare
&man.procfs.5;, &man.mount.procfs.8;./rescue/Programmi linkati staticamente per situazioni di emergenza;
consultare &man.rescue.8;./root/Directory home per l'account
root./sbin/Programmi di sistema e utilità di amministrazione
fondamentali sia in ambiente mono-utente sia in ambiente
multi-utente./tmp/File temporanei. Il contenuto di
/tmp di solito NON
è preservato dopo un riavvio del sistema. Spesso
un file system basato sulla memoria viene montato in
/tmp.
Questo può essere automatizzato usando le variabili
relative a tmpmfs di &man.rc.conf.5; (o con un entry in
/etc/fstab; consultare
&man.mdmfs.8;)./usr/La maggior parte delle applicazioni e delle utilità
dell'utente./usr/bin/Utilità, strumenti di programmazione, e
applicazioni comuni./usr/include/File include standard del C./usr/lib/Archivio di librerie./usr/libdata/Archivio di dati per utilità varie./usr/libexec/Demoni di sistema & utilità di
sistema (eseguiti da altri programmi)./usr/local/Eseguibili locali, librerie locali, ecc. Usata anche
come destinazione di default per la struttura dei port di
FreeBSD. All'interno di /usr/local, viene
usato lo stesso schema generale descritto in &man.hier.7; per la
directory /usr. Le eccezioni sono la
directory man, che è posta direttamente sotto
/usr/local piuttosto che sotto
/usr/local/share, e la documentazione dei
port che è in
share/doc/port.
/usr/obj/Albero degli elementi dipendenti dal tipo di architettura
dell'elaboratore prodotto dalla costruzione dell'albero
/usr/src./usr/portsCollezione dei port di FreeBSD (opzionale)./usr/sbin/Demoni di sistema & utilità di
sistema (eseguiti dagli utenti)./usr/share/File indipendenti dal tipo di architettura
dell'elaboratore./usr/src/File sorgenti di BSD e/o sorgenti proprietari./usr/X11R6/Eseguibili, librerie, ecc. riguardanti la distribuzione
X11R6 (opzionale)./var/File log di vario genere, file temporanei, file transitori,
e file di spool. Qualche volta un file system basato sulla
memoria è montato in
/var.
Questo può essere automatizzato usando le variabili
relative a varmfs di &man.rc.conf.5 (o con un entry in
/etc/fstab; consultare
&man.mdmfs.8;)./var/log/File di log del sistema di vario genere./var/mail/File delle caselle di posta degli utenti./var/spool/Directory di spool per stampanti e per la posta elettronica
del sistema./var/tmp/File temporanei.
I file sono di solito preservati dopo un riavvio del sistema,
a meno che /var
sia un file system basato sulla memoria./var/ypMappe NIS.Organizzazione del DiscoLa più piccola unità di organizzazione che FreeBSD usa
per ricercare file è il nome del file. I nomi dei file sono
case-sensitive, ciò significa che readme.txt
e README.TXT sono due file distinti. FreeBSD non usa
l'estensione (es. .txt) di un file per determinare
se il file è un programma, un documento, o qualche altra forma di
dati.I file sono memorizzati in directory. Una directory può
contenere centinaia di file o non contenerne affatto. Inoltre una
directory può contenere altre directory, consentendo di costruire
una gerarchia di directory all'interno di un'altra. Tutto questo rende
più facile l'organizzazione dei tuoi dati.Ci si riferisce a file e directory attraverso il nome del file o della
directory, seguito da uno slash in avanti, /,
a sua volta seguito da altri nomi di directory necessari. Se
hai una directory di nome foo, la quale contiene la
directory bar, che a sua volta contiene il file
readme.txt, allora il nome completo, chiamato anche
il percorso del file è
foo/bar/readme.txt.Le directory e i file sono memorizzati in un file system. Ogni
file system contiene esattamente una directory al livello più alto,
chiamata la directory root di quel file system.
Questa directory root può contenere altre directory.Fin qui è probabilmente tutto simile ad altri sistemi
operativi che hai usato. Tuttavia ci sono alcune differenze; per
esempio, &ms-dos; usa il carattere \ per separare i
nomi di file e directory, mentre &macos; usa :.FreeBSD non usa lettere di dispositivi, o altri nomi di dispositivi
nel path. In FreeBSD non dovrai mai scrivere
c:/foo/bar/readme.txt.Piuttosto, un file system è designato come il
file system root. La directory root del
file system root è riferita con /. Ogni altro
file system è montato sotto il file system
root. Non importa quanti dischi hai sul tuo sistema FreeBSD, ogni
directory è come se fosse parte dello stesso disco.Supponiamo che tu abbia tre file system, chiamati
A, B, e C.
Ogni file system ha una directory root, la quale contiene altre due
directory, chiamate A1, A2 (e
nello stesso modo B1, B2 e
C1, C2).Sia A il file system root. Se usi il comando
ls per visualizzare il contenuto di questa directory
dovresti vedere due sottodirectory, A1 e
A2. L'albero delle directory assomiglia a
questo: /
|
+--- A1
|
`--- A2Un file system deve essere montato su una directory di un altro
file system. Supponiamo ora che tu monti il file system
B sulla directory A1. La directory
root di B rimpiazza A1, e di
conseguenza appariranno le directory di B: /
|
+--- A1
| |
| +--- B1
| |
| `--- B2
|
`--- A2I file contenuti nelle directory B1 o
B2 possono essere raggiunti con il path
/A1/B1 o /A1/B2. I file che
erano in /A1 sono stati temporaneamente nascosti.
Questi riappariranno quando B sarà
smontato da A.Se B è stato montato su
A2 allora il diagramma assomiglierà a
questo: /
|
+--- A1
|
`--- A2
|
+--- B1
|
`--- B2e i percorsi saranno rispettivamente /A2/B1 e
/A2/B2.I file system possono essere montati in cima ad altri file system.
Continuando con l'ultimo esempio, il file system C
può essere montato in cima alla directory B1
nel file system B, arrivando a questa
sistemazione: /
|
+--- A1
|
`--- A2
|
+--- B1
| |
| +--- C1
| |
| `--- C2
|
`--- B2Oppure C potrebbe essere montato direttamente sul
file system A, sotto la directory
A1: /
|
+--- A1
| |
| +--- C1
| |
| `--- C2
|
`--- A2
|
+--- B1
|
`--- B2Se hai familiarità con &ms-dos;, questo è simile, ma
non identico, al comando join.Di solito non ti devi occupare direttamente di questi aspetti.
Tipicamente quando installi FreeBSD crei i file system e decidi dove
montarli, e da quel momento non avrai più la necessità di
modificarli a meno che installi un nuovo disco.È possibile avere un unico file system root, senza avere la
necessità di crearne altri. Esistono alcuni svantaggi
utilizzando questo approccio, e un solo vantaggio.Benefici con File system MultipliFilesystem diversi possono avere opzioni di
mount diverse. Per esempio, in un'attenta progettazione,
il file system root potrebbe essere montato in modalità di sola
lettura, rendendo impossibile la cancellazione accidentale o la modifica
di un file critico. Inoltre, separando i file system scrivibili
dall'utente, come /home, da altri file system
permette di montare i primi con l'opzione nosuid;
questa opzione non permette il settaggio dei bit
suid/guid sui file
eseguibili memorizzati sul file system che ha tale opzione di mount
attivata, migliorando l'aspetto sicurezza.FreeBSD ottimizza in modo automatico la disposizione dei file sul
file system, a seconda di come è usato il file system. Quindi
un file system che contiene molti file piccoli che sono scritti di
frequente avrà un'ottimizzazione diversa rispetto ad un altro
file system che contiene pochi file di grandi dimensioni. Utilizzando
un solo grande file system questa ottimizzazione viene a
mancare.I file system di FreeBSD reagiscono bene ad una violenta perdita di
energia elettrica. Tuttavia, una perdita di energia in un punto
critico potrebbe sempre danneggiare la struttura del file system.
Splittando i tuoi dati su file system multipli sarà più
probabile che il sistema riparta, dandoti la possibilità di
ripristinare un precedente backup se necessario.Benefici di un File system SingoloI file system sono a dimensione fissa. Se crei un solo file system
quando installi FreeBSD e gli assegni una data dimensione, in futuro
potresti scoprire che necessiti di creare una partizione più
grande. Questo non è facilmente realizzabile se non
effettuando un backup dei dati, ricreando il file system con la nuova
dimensione, e quindi ripristinando il backup di dati.FreeBSD ha il comando &man.growfs.8;,
con il quale è possibile incrementare la dimensione del
file system al volo, rimuovendo questa limitazione.I file system sono contenuti all'interno di partizioni. Qui il
significato del termine partizione si discosta dall'uso comune di questo
termine (partizioni &ms-dos;, per esempio), a causa dell'eredità
&unix; di &os;. Ogni partizione è identificata da una lettera
partendo dalla a fino alla h. Ogni
partizione può contenere solo un file system, il che significa che i
file system sono spesso identificati sia dal loro punto di mount nella
gerarchia del file system, sia dalla lettera della partizione nella quale
sono contenuti.Inoltre FreeBSD usa parte del disco per lo spazio di
swap. Lo spazio di swap fornisce a FreeBSD la
funzionalità di memoria virtuale. Questo
permette al tuo computer di comportarsi come se avesse più memoria
di quella che ha realmente. Quando FreeBSD esaurisce la memoria muove
alcuni dati presenti in memoria che non sono utilizzati in quel momento
nello spazio di swap, e li riporta in memoria (spostando nello spazio di
swap qualche altro dato) non appena necessari.Alcune partizioni hanno certe convenzioni a loro associate.PartizioneConvenzioneaIn genere contiene il file system rootbIn genere contiene lo spazio di swapcDi solito rappresenta l'intera dimensione della slice.
Questo permette a utility che necessitano di lavorare sull'intera
slice (per esempio, uno scanner di blocchi difettosi) di lavorare
sulla partizione c. Di norma non dovresti
creare un file system su questa partizione.dLa partizione d era utilizzata in passato
con un significato speciale, caduto ormai in disuso e ora
può essere utilizzata come una partizione normale.Ogni partizione contenente un file system è memorizzata in
ciò che FreeBSD chiama slice. Slice
è un termine di FreeBSD per identificare ciò che comunemente
viene chiamato partizione, e di nuovo, questo è dovuto dal
background &unix; di FreeBSD. Le slice sono numerate, partendo da 1 e
arrivando fino a 4.slicepartizionipericolosamente dedicateI numeri di slice seguono il nome del dispositivo, preceduti da una
s, e partendo da 1. Quindi
da0s1 è la prima slice sul
primo disco SCSI. Ci possono essere solo quattro slice fisiche su un
disco, ma puoi avere slice logiche all'interno di slice fisiche di un
appropriato tipo. Queste slice estese sono numerate a partire da 5,
quindi ad0s5 è la prima
slice estesa sul primo disco IDE. Questi stratagemmi sono usati per i
file system che si aspettano di occupare una slice.Le slice, i dispositivi fisici pericolosamente
dedicati, e altri dispositivi contengono
partizioni, le quali sono rappresentate tramite
lettere dalla a fino alla h. Queste
lettere seguono il nome del dispositivo, quindi
da0a è la partizione a
sul primo dispositivo da, il quale è pericolosamente
dedicato. ad1s3e è
la quinta partizione nel terza slice del secondo disco IDE.In fine, ogni disco sul sistema è identificato. Un nome di un
disco incomincia con un codice che indica il tipo di disco, seguito da un
numero, che indica quale disco esso sia. A differenza delle slice,
i numeri riferiti al disco incominciano da 0. Puoi vedere dei codici
generici in .Quando fai riferimento a una partizione di FreeBSD devi specificare
anche il nome della slice e del disco che contengono la partizione, e
quando fai riferimento a una slice dovresti specificare anche il nome del
disco. Per riferirti ad una partizione specifica quindi il nome del disco,
il carattere s, il numero di slice, e infine la lettera
della partizione. Alcuni esempi sono mostrati nell'.L' mostra un modello
concettuale di struttura di un disco che dovrebbe aiutare a chiarire le
cose.Per installare FreeBSD devi prima configurare le slice del disco,
creare le partizioni all'interno della slice che vuoi usare per FreeBSD,
e quindi creare un file system (o spazio di swap) in ogni partizione, e
decidere dove il file system deve essere montato.
Codici dei Dispositivi DiscoCodiceSignificatoaddisco ATAPI (IDE)dadisco ad accesso diretto SCSIacdCDROM ATAPI (IDE)cdCDROM SCSIfdDisco floppy
Esempi di Nomi di Dischi, di Slice, e di PartizioniNomeSignificatoad0s1aLa prima partizione (a) sulla prima
slice (s1) sul primo disco IDE
(ad0).da1s2eLa quinta partizione (e) sulla seconda
slice (s2) sul secondo disco SCSI
(da1).Modello Concettuale di un DiscoQuesto diagramma mostra come FreeBSD vede il primo disco IDE
attaccato al sistema. Si assuma che il disco sia di 4 GB, e che
contenga due slice da 2 GB (equivalenti come significato a due
partizioni &ms-dos;). La prima slice contiene un disco &ms-dos;,
C:, e la seconda slice contiene
un'installazione di FreeBSD. In questo esempio l'installazione di
FreeBSD ha tre partizioni dati più una di swap.Le tre partizioni conterranno ognuna un file system. La partizione
a sarà usata per il file system root,
la e per la gerarchia di directory
/var, e la partizione f per
la gerarchia di directory /usr..-----------------. --.
| | |
| DOS / Windows | |
: : > Prima slice, ad0s1
: : |
| | |
:=================: ==: --.
| | | Partizione a, montata come / |
| | > riferita come ad0s2a |
| | | |
:-----------------: ==: |
| | | Partizione b, usata come swap |
| | > riferita come ad0s2b |
| | | |
:-----------------: ==: | Partizione c, senza
| | | Partizione e, usata come /var > file system, tutta
| | > riferita come ad0s2e | la slice di FreeBSD,
| | | | ad0s2c
:-----------------: ==: |
| | | |
: : | Partizione f, usata come /usr |
: : > riferita come ad0s2f |
: : | |
| | | |
| | --' |
`-----------------' --'Montaggio e Smontaggio dei File systemIl file system è raffigurato in maniera ottimale da un albero,
radicato, per così dire, in /. Le directory
/dev, /usr, e le altre
directory che stanno all'interno della directory root sono i rami, i quali
possono essere a loro volta ramificati, come in
/usr/local, e così via.file system rootEsistono varie ragioni per mantenere alcune di queste directory su
file system separati. La directory /var contiene
le directory log/, spool/,
e vari tipi di file temporanei, e come tale, può riempirsi.
Riempire il file system root non è una buona idea, quindi scindere
la directory /var da / è
spesso vantaggioso.Un'altra motivazione per mantenere certi alberi di directory su altri
file system è quando questi alberi sono alloggiati su dischi fisici
separati, o sono dischi virtuali separati, come avviene per i mount del
Network File System, o dei dispositivi
CDROM.Il File fstabfile systemmontati con fstabDurante la fase di avvio, i file system
elencati nel file /etc/fstab sono montati
in modo automatico (a meno che siano specificati con l'opzione
).Il file /etc/fstab contiene una serie di righe
il cui formato è il seguente:device/mount-pointfstypeoptionsdumpfreqpassnodeviceIl nome del dispositivo (che deve esistere), come spiegato
nella .mount-pointLa directory (che deve esistere), sulla quale montare il file
system.fstypeIl tipo di file system da passare a &man.mount.8;. Il file
system di default di FreeBSD è
ufs.options per file system leggibili-scrivibili,
oppure per file system solamente leggibili,
seguite da altre opzioni che potrebbero essere necessarie.
Un'opzione comune è per i file
system che normalmente non sono montati durante la sequenza di
avvio. Altre opzioni sono elencate nella pagina man di
&man.mount.8;.dumpfreqViene usato da &man.dump.8; per determinare quali file system
richiedono un dump. Se non si specifica nulla, viene assunto il
valore zero.passnoDetermina l'ordine secondo il quale i file system vengono
controllati. I file system che devono saltare il controllo devono
avere i loro passno settati a zero. Il file
system root (che deve essere controllato prima di qualsiasi altra
cosa) deve avere il suo passno settato a uno,
e i passno degli altri file system devono
essere settati a valori maggiori di uno. Se più di un
file system ha lo stesso passno allora
&man.fsck.8; tenterà di controllare i file system in
parallelo.Per maggiori informazioni sul formato del file
/etc/fstab e sulle opzioni che esso contiene
consulta la pagina man &man.fstab.5;.Il Comando mountfile systemmontaggioIl comando &man.mount.8; è ciò che in definitiva viene
usato per montare i file system.La sua forma di utilizzo elementare è:&prompt.root; mount devicemountpointEsistono molte opzioni, come spiegato nella pagina man di
&man.mount.8;, ma le più comuni sono:Opzioni di MountMonta tutti i file system elencati nel file
/etc/fstab. Le eccezioni sono quei file
system specificati come noauto, quelli esclusi
dalla flag , o quei file system che sono
già montati.Fà tutto ad eccezione della attuale system call di
mount. Questa opzione risulta utile in congiunzione con la flag
per determinare quello che &man.mount.8; sta
effettivamente tentando di fare.Forza il mount di un file system non correttamente smontato
(pericoloso), o forza
la revoca di accesso in scrittura quando si declassa lo stato
di mount di un file system da lettura-scrittura a lettura
solamente.Monta il file system in sola lettura. Questo è
identico ad usare l'argomento
( per versioni di &os; dopo la 5.2) con
l'opzione .fstypeMonta il dato file system secondo il tipo di file system
specificato, oppure, se affiancato dall'opzione
, monta solamente i file system di un dato
tipo.ufs è il tipo di file system di
default.Aggiorna le opzioni di mount sul file system.Modalità verbosa.Monta il file system in lettura-scrittura.L'opzione accetta una lista di argomenti
separati da una virgola, inclusi i seguenti:noexecNon permette l'esecuzione di binari su questo file system.
Questa è un'altra utile opzione di sicurezza.nosuidNon permette l'interpretazione delle flag setuid o setgid sul
file system. Anche questa è un'utile opzione di
sicurezza.Il Comando umountfile systemsmontaggioIl comando &man.umount.8; accetta, come unico parametro, un punto di
mount, un nome di dispositivo, l'opzione o l'opzione
.Tutte queste modalità accettano l'opzione
per forzare la smontatura, e l'opzione per la
modalità verbosa. Sei avvisato che l'opzione
non è in generale un buona idea. Smontare in modo forzato i
file system può mandare in crash il computer o danneggiare i dati
sul file system.Le opzioni e sono usate per
smontare tutti i file system, con la possibilità di specificare
i tipi di file system elencandoli dopo la flag .
Tuttavia, l'opzione non tenta di smontare il file
system root.I ProcessiFreeBSD è un sistema operativo multi-tasking. Con questa
capacità il sistema è come se potesse eseguire più di
un programma alla volta. Ogni programma in esecuzione in un dato istante
è chiamato processo. Ogni volta che esegui
un comando fai partire almeno un nuovo processo, e ci sono molti processi
di sistema che sono sempre in esecuzione, che permettono il corretto
funzionamento del sistema.Ogni processo è identificato in modo univoco da un numero
chiamato process ID, o PID,
e, come avviene per i file, ogni processo ha un proprietario e un gruppo.
Le informazioni sul proprietario e sul gruppo sono usate per determinare,
tramite il meccanismo dei permessi dei file discusso precedentemente,
quali file e quali dispositivi il processo può aprire. Inoltre
molti processi hanno un processo padre. Tale processo è il
processo che li ha generati. Per esempio, se stai digitando dei comandi
in shell allora la shell è un processo, così come lo sono i
comandi che esegui. Ogni processo che esegui in questo modo avrà
come suo processo padre la tua shell. L'eccezione a questo meccanismo
è un processo speciale chiamato &man.init.8;. Il processo
init è sempre il primo processo, quindi il suo
PID è sempre 1. init viene avviato in modo
automatico dal kernel quando si avvia FreeBSD.Due comandi sono particolarmente utili per monitorare i processi sul
sistema, &man.ps.1; e &man.top.1;. Il comando ps
è usato per mostrare una lista statica dei processi che sono in
esecuzione in quel momento, e può mostrare i loro PID, quanta
memoria stanno usando, la linea di comando che li ha avviati, e altro
ancora. Il comando top visualizza tutti i processi in
esecuzione, e aggiorna queste informazioni ogni qualche secondo, in modo
che puoi vedere interattivamente cosa sta facendo il tuo computer.Di default, ps mostra solo i tuoi comandi che sono
in quel momento in esecuzione. Per esempio:&prompt.user; ps
PID TT STAT TIME COMMAND
298 p0 Ss 0:01.10 tcsh
7078 p0 S 2:40.88 xemacs mdoc.xsl (xemacs-21.1.14)
37393 p0 I 0:03.11 xemacs freebsd.dsl (xemacs-21.1.14)
48630 p0 S 2:50.89 /usr/local/lib/netscape-linux/navigator-linux-4.77.bi
48730 p0 IW 0:00.00 (dns helper) (navigator-linux-)
72210 p0 R+ 0:00.00 ps
390 p1 Is 0:01.14 tcsh
7059 p2 Is+ 1:36.18 /usr/local/bin/mutt -y
6688 p3 IWs 0:00.00 tcsh
10735 p4 IWs 0:00.00 tcsh
20256 p5 IWs 0:00.00 tcsh
262 v0 IWs 0:00.00 -tcsh (tcsh)
270 v0 IW+ 0:00.00 /bin/sh /usr/X11R6/bin/startx -- -bpp 16
280 v0 IW+ 0:00.00 xinit /home/nik/.xinitrc -- -bpp 16
284 v0 IW 0:00.00 /bin/sh /home/nik/.xinitrc
285 v0 S 0:38.45 /usr/X11R6/bin/sawfishCome puoi vedere in questo esempio, l'output di &man.ps.1; è
organizzato in molte colonne. La colonna PID si
riferisce al process ID discusso poco fà. I PID sono assegnati
partendo dal numero 1, andando fino al 99999, e ricominciando dall'inizio
una volta esauriti (se disponibili). La colonna TT
mostra su quale tty il programma è in esecuzione, e può
essere benissimo ignorata per il momento. La colonna
STAT mostra lo stato del programma, e di nuovo,
può essere benissimo ignorata. La colonna TIME
indica per quanto tempo il programma è stato in esecuzione sulla
CPU—di solito non indica il tempo trascorso da quando hai avviato
il programma, poichè la maggior parte dei programmi trascorrono
molto tempo in attesa per faccende che accadono prima che questi possano
trascorrere del tempo in CPU. Infine, la colonna
COMMAND indica la riga di comando che è stata
utilizzata per eseguire il programma.Il comando &man.ps.1; supporta varie opzioni per cambiare le
informazioni da visualizzare. Uno dei gruppi di opzioni più utili
è auxww. L'opzione mostra le
informazioni riguardo a tutti i processi in esecuzione, non solo quelli
che ti appartengono. L'opzione mostra il nome utente
del proprietario del processo, come pure la memoria utilizzata dal
processo. L'opzione mostra le informazioni riguardo ai
processi demoni, e l'opzione indica a &man.ps.1; di
visualizzare la linea di comando completa che ha avviato il processo,
piuttosto che troncarla quando è troppo lunga per essere adattata
sullo schermo.L'output di &man.top.1; è simile. Un esempio di esecuzione
assomiglia a questo:&prompt.user; top
last pid: 72257; load averages: 0.13, 0.09, 0.03 up 0+13:38:33 22:39:10
47 processes: 1 running, 46 sleeping
CPU states: 12.6% user, 0.0% nice, 7.8% system, 0.0% interrupt, 79.7% idle
Mem: 36M Active, 5256K Inact, 13M Wired, 6312K Cache, 15M Buf, 408K Free
Swap: 256M Total, 38M Used, 217M Free, 15% Inuse
PID USERNAME PRI NICE SIZE RES STATE TIME WCPU CPU COMMAND
72257 nik 28 0 1960K 1044K RUN 0:00 14.86% 1.42% top
7078 nik 2 0 15280K 10960K select 2:54 0.88% 0.88% xemacs-21.1.14
281 nik 2 0 18636K 7112K select 5:36 0.73% 0.73% XF86_SVGA
296 nik 2 0 3240K 1644K select 0:12 0.05% 0.05% xterm
48630 nik 2 0 29816K 9148K select 3:18 0.00% 0.00% navigator-linu
175 root 2 0 924K 252K select 1:41 0.00% 0.00% syslogd
7059 nik 2 0 7260K 4644K poll 1:38 0.00% 0.00% mutt
...L'output è diviso in due sezioni. La parte superiore (le prime
cinque linee) mostra il PID dell'ultimo processo eseguito, il carico medio
del sistema (che è un indice di quanto il sistema sia impegnato), il
tempo di vita del sistema (il tempo passato dall'ultimo reboot) e l'ora
corrente. I restanti numeri nella parte superiore riportano quanti
processi sono in esecuzione (47 in questo caso), quanta memoria di sistema
e quanta memoria di swap è stata utilizzata, e quanto tempo il
sistema sta trascorrendo nei vari stati di CPU.Sotto ci sono una serie di colonne che contengono simili informazioni
a quelle contenute nell'output di &man.ps.1;. Come prima puoi vedere il
PID, il nome utente, quanto tempo di CPU è stato utilizzato, e il
comando che era stato eseguito. Inoltre il comando &man.top.1; di default
ti mostra quanta memoria è stata concessa al processo. Questa
informazione è suddivisa in due colonne, una per la dimensione
totale, e l'altra per la dimensione attuale—la dimensione totale
è la quantità di memoria che l'applicazione ha richiesto, e
la dimensione attuale è la quantità di memoria che sta
utilizzando in quel momento. In questo esempio puoi vedere che
Netscape ha richiesto quasi 30 MB di RAM,
ma al momento ne sta usando solo 9 MB.Il comando &man.top.1; aggiorna in modo automatico queste informazioni
ogni due secondi; questo lasso temporale può essere modificato con
l'opzione .I Demoni, i Segnali, e come Uccidere i ProcessiQuando esegui un editor risulta semplice averne il controllo, dirgli
di caricare file, e così via. Tutto questo può essere fatto
poichè l'editor fornisce delle agevolazioni in questo senso, e
anche perchè l'editor è collegato a un
terminale. Alcuni programmi non sono stati
progettati per essere eseguiti con un continuo input dell'utente, e
perciò questi programmi si disconnettono dal terminale alla prima
occasione. Per esempio, un server web trascorre tutto il giorno
rispondendo a richieste web, e normalmente non necessita di alcun input
da parte tua. I programmi che trasportano la posta elettronica da un sito
a un altro sito sono un altro esempio di questa classe di
applicazioni.Chiamiamo questi programmi demoni. I demoni
erano dei personaggi della mitologia greca: nè buoni nè
cattivi, erano piccoli spiriti custodi che, nel complesso,
risultavano essere utili per l'umanità, molto similmente i server
web e quelli di posta elettronica di oggi fanno cose utili. Ecco il
motivo per cui la mascotte di BSD è stata per molto tempo, e lo
è ancora, l'allegro demone con le scarpe da tennis e con il
forcone.Esiste la convenzione di chiamare i programmi che normalmente sono
eseguiti come demoni con una d finale.
BIND sta per Berkeley Internet Name Domain,
ma il nome effettivo del programma che viene eseguito è
named; il nome del programma
Apache, un server web, è
httpd; il demone dello spool di stampa è
lpd e così via. Questa è una
convenzione, non è una regola ferrea; per esempio, il principale
demone di posta elettronica per l'applicazione
Sendmail è chiamato
sendmail, e non maild, come potresti
aspettarti.A volte puoi aver bisogno di comunicare con un processo demone.
Un modo per farlo è di mandare a esso (o ad altri processi
in esecuzione), un segnale.
Esistono svariati segnali che puoi inviare—alcuni di
questi hanno un significato specifico, altri sono interpretabili
dall'applicazione, e la documentazione dell'applicazione ti dirà
come l'applicazione stessa interpreta i segnali. Puoi mandare un segnale
solo ai processi che ti appartengono. Se mandi un segnale a un processo
che non ti appartiene con il comando &man.kill.1; o &man.kill.2;, il
permesso ti sarà negato. L'eccezione a questa regola riguarda
l'utente root, che può mandare segnali a
processi di chiunque.Inoltre in alcune circostanze FreeBSD invia segnali alle
applicazioni. Se un'applicazione è stata scritta malamente, e
tenta di accedere alla memoria che non gli compete, FreeBSD manda al
processo il segnale di Violazione della
Segmentazione (SIGSEGV). Se
un'applicazione ha utilizzato la system call &man.alarm.3; in modo tale
da essere avvisata dopo un certo periodo di tempo trascorso allora
FreeBSD invierà a questa applicazione il segnale di Allarme
(SIGALRM), e così via.Per fermare un processo possono essere utilizzati due segnali,
SIGTERM e SIGKILL.
SIGTERM è il modo cortese di terminare un
processo; il processo può catturare il
segnale, capire che vuoi abbatterlo, chiudere i file di log che potrebbe
avere aperto, e in genere terminare qualunque cosa che stava facendo prima
dell'interruzione. Nei casi in cui un processo sia coinvolto in qualche
compito che non può essere interrotto allora questo processo
può persino ignorare SIGTERM.Il segnale SIGKILL non può essere ignorato
da un processo. Questo è il segnale che dice Non mi
interessa cosa stai facendo, fermati subito. Se mandi il segnale
SIGKILL a un processo allora FreeBSD fermerà
subito il processoNon è del tutto vero—ci sono alcune cose che non
possono essere interrotte. Per esempio, se il processo sta tentando
di leggere un file situato su un altro computer in rete, e questo
computer non è disponibile per qualche ragione (è stato
spento, o la rete ha qualche problema), allora il processo è
detto non interrompibile. Il processo finirà
in time out, generalmente dopo due minuti. Non appena avviene il
time out il processo potrà essere terminato..
Altri segnali che potresti aver bisogno di usare sono
SIGHUP, SIGUSR1, e
SIGUSR2. Questi sono segnali a scopo generico, e
differenti applicazioni possono fare cose diverse quando catturano questi
segnali.Supponiamo che hai cambiato il file di configurazione del tuo server
web—hai bisogno di dire al server web di rileggere la sua
configurazione. Potresti fermare e riavviare httpd, ma
questo porterebbe a un breve periodo di interruzione del tuo server
web, che potrebbe non essere gradito. Molti demoni sono stati scritti per
rispondere al segnale SIGHUP tramite la rilettura
dei loro file di configurazione. In questo modo invece di terminare e
riavviare httpd potresti inviare il segnale
SIGHUP. Poichè non esiste un modo standard di
trattare questi segnali, differenti demoni potrebbero avere un
comportamento diverso, quindi assicurati di leggere la documentazione per
il demone in questione.I segnali sono inviati utilizzando il comando &man.kill.1;, come
mostra questo esempio.Inviare un Segnale a un ProcessoQuesto esempio mostra come inviare un segnale a &man.inetd.8;. Il
file di configurazione di inetd è
/etc/inetd.conf, e inetd rilegge
questo file di configurazione quando riceve il segnale
SIGHUP.Cerca il process ID del processo a cui vuoi mandare il segnale.
Puoi utilizzare &man.ps.1; e &man.grep.1; per farlo. Il comando
&man.grep.1; viene utilizzato per perlustrare attraverso l'output,
cercando la stringa da te specificata. Questo comando viene eseguito
in modalità utente, e &man.inetd.8; viene eseguito in
modalità root, quindi le opzioni da dare
a &man.ps.1; sono .&prompt.user; ps -ax | grep inetd
198 ?? IWs 0:00.00 inetd -wWCome puoi vedere il PID di &man.inetd.8; è 198. In alcuni
casi potrebbe apparire nel risultato anche il comando
grep inetd. Questo dipende dal modo utilizzato
da &man.ps.1; nell'elencare la lista dei processi in
esecuzione.Usa il comando &man.kill.1; per inviare il segnale. Poichè
&man.inetd.8; viene eseguito in modalità
root prima devi usare il comando &man.su.1; per
diventare root.&prompt.user; suPassword:
&prompt.root; /bin/kill -s HUP 198Come avviene per la maggior parte dei comandi &unix;, il comando
&man.kill.1; non stampa il risultato dell'operazione se questa ha
avuto successo. Se mandi un segnale a un processo del quale non sei
il proprietario allora vedrai il messaggio kill:
PID: Operation not permitted.
Se sbagli il PID invierai il segnale al processo sbagliato, il che
potrebbe essere dannoso, o, se hai fortuna, manderai il segnale
a un PID che in quel momento non è in uso, e in questo caso
vedrai il messaggio kill: PID:
No such process.Perchè Usare /bin/kill?Molte shell forniscono il comando kill come
comando built-in; ossia, la shell invia il segnale in modo
diretto, senza dover eseguire /bin/kill. Tutto
ciò può essere molto utile, ma le diverse shell hanno
una sintassi diversa per specificare il nome del segnale da inviare.
Invece di cercare di imparare tutte queste sintassi, può
essere più semplice usare direttamente il comando
/bin/kill ....L'invio di altri segnali è analogo, basta sostituire
all'occorrenza TERM o KILL nella
linea di comando.Terminare processi in modo random su un sistema può essere
una cattiva idea. In particolare, il processo &man.init.8;, con process
ID 1, è un caso molto speciale. Eseguire /bin/kill -s
KILL 1 è un modo veloce per arrestare il tuo sistema.
Controlla sempre due volte gli argomenti quando
esegui &man.kill.1; prima di premere
Invio.Le Shellshellriga di comandoIn FreeBSD, la maggior parte del lavoro di tutti i giorni viene svolto
tramite un'interfaccia a riga di comando chiamata shell. Uno dei compiti
principali di una shell è quello di prendere in input dei comandi
ed eseguirli. Inoltre molte shell hanno delle funzioni built-in
(incorporate) utili nei lavori ordinari come la gestione dei file, la
sostituzione dei nomi dei file, la modifica della riga di comando, la
creazione di macro di comandi, e la gestione delle variabili d'ambiente.
FreeBSD si propone con una serie di shell, come la Shell Bourne,
sh, e la versione successiva della C-shell,
tcsh. Molte altre shell sono disponibili nella FreeBSD
Ports Collection, come le shell zsh e
bash.Quale shell devi usare? È veramente una questione di gusti.
Se sei un programmatore di C potresti sentirti a tuo agio con una shell
C-like come la tcsh. Se vieni da Linux o non sei
pratico dell'interfaccia a riga di comando di &unix; potresti provare la
bash. Il fatto è che ogni shell ha delle
caratteristiche che possono o meno combaciare con il tuo ambiente di
lavoro preferito, e quindi devi scegliere tu stesso quale shell
utilizzare.Una caratteristica comune in una shell è il completamento dei
nomi dei file. Dopo aver digitato alcuni dei primi caratteri di un
comando o di un nome di file, la shell di solito può completare
in modo automatico il resto del comando o del nome del file tramite la
pressione del tasto Tab sulla tastiera. Ecco un esempio.
Supponiamo che hai due file chiamati foobar e
foo.bar. Vuoi cancellare
foo.bar. Quello che dovresti digitare sulla tastiera
è:
rm
fo[Tab].[Tab].La shell dovrebbe visualizzare rm
foo[BEEP].bar.Il [BEEP] è la campanella della console, che mi segnala che la
shell è incapace di completare interamente il nome del file
poichè esiste più di una sola corrispondenza. Sia
foobar che foo.bar iniziano con
fo, tuttavia la shell è riuscita a completarlo
in foo. A questo punto premendo .,
e poi di nuovo Tab, la shell sarà in grado di
completare da sola il resto del nome del file.variabili d'ambienteUn altro aspetto di una shell è l'uso delle variabili
d'ambiente. Le variabili d'ambiente sono una coppia di valori mutevoli
memorizzati nello spazio dell'ambiente della shell. Questo spazio
può essere letto dai programmi invocati dalla shell, e di
conseguenza questo spazio può contenere le configurazioni di molti
programmi. Qui sotto c'è una lista delle variabili d'ambiente
più comuni con il loro rispettivo significato:variabili d'ambienteVariabileDescrizioneUSERIl nome dell'utente attualmente loggato.PATHLista di directory separate da due punti utilizzate per
la ricerca dei binari.DISPLAYNome di rete del display X11 a cui connettersi, se
disponibile.SHELLLa shell corrente.TERMIl nome del tipo di terminale dell'utente. Usato per determinare
le capacità del terminale.TERMCAPSerie di elementi di codici di escape del terminale
utilizzati per realizzare svariate funzioni del terminale.OSTYPEIl tipo di sistema operativo. FreeBSD, ad esempio.MACHTYPEL'architettura della CPU su cui il sistema gira.EDITORL'editor di testo preferito dall'utente.PAGERL'impaginatore di testo preferito dall'utente.MANPATHLista di directory separate da due punti utilizzate nella
ricerca delle pagine man.shell BourneIl modo di settare una variabile d'ambiente varia leggermente a
seconda della shell utilizzata. Per esempio, nelle shell C-Style come
tcsh e csh, puoi usare
setenv per settare le variabili d'ambiente. Sotto le
shell Bourne come sh e bash, puoi
usare export per settare le tue variabili d'ambiente
correnti. Per esempio, per settare o modificare la variabile d'ambiente
EDITOR a /usr/local/bin/emacs, sotto
csh o tcsh si può utilizzare
il comando:&prompt.user; setenv EDITOR /usr/local/bin/emacsSotto le shell Bourne:&prompt.user; export EDITOR="/usr/local/bin/emacs"Con la maggior parte delle shell puoi inoltre creare un'espansione
di una variabile d'ambiente mettendo sulla riga di comando il simbolo
$ davanti al nome della variabile stessa. Per esempio,
echo $TERM visualizzerà ciò che
corrisponde a $TERM, poichè la shell espande
$TERM e passa il risultato a
echo.Le shell trattano molti caratteri speciali, chiamati meta-caratteri
come rappresentazioni speciali di dati. Il più comune di questi
è il simbolo *, che rappresenta diverse
istanze di caratteri in un nome di file. Questi meta-caratteri possono
essere usati per la sostituzione dei nomi di file. Per esempio, digitando
echo * è quasi come aver digitato
ls poichè la shell prende tutti i file che
corrispondono a * e li mette sulla riga di comando
con echo che quindi li visualizza.Per impedire alla shell di interpretare questi caratteri speciali,
questi possono essere messi in escape mettendo subito prima di essi un
backslash (\). echo $TERM
visualizza il tipo del tuo terminale. echo \$TERM
visualizza $TERM così com'è.Cambiare la Propria ShellIl modo più semplice per cambiare la propria shell è
quello di usare il comando chsh. Eseguendo
chsh verrà invocato l'editor definito nella
tua variabile d'ambiente EDITOR; nel caso in cui questa
non sia stata settata, verrà invocato vi.
Modifica la riga Shell: in base alle tue esigenze.Puoi anche eseguire chsh con l'opzione
; in questo modo verrà settata la shell in
modo diretto, senza che sia necessario invocare l'editor. Per
esempio, se vuoi cambiare la tua shell in bash,
potresti digitare il seguente comando:&prompt.user; chsh -s /usr/local/bin/bashLa shell che desideri utilizzare deve essere
presente nel file /etc/shells. Se hai installato
una shell dalla collezione dei port,
allora la nuova shell dovrebbe essere già stata inserita nel
suddetto file in modo automatico. Se installi una shell manualmente,
questo lavoro lo devi fare tu.Per esempio, se installi bash a mano e la
metti sotto /usr/local/bin, dovresti fare
questo:&prompt.root; echo "/usr/local/bin/bash" >> /etc/shellsDopo averlo fatto riavvia chsh.Editor di Testoeditor di testoeditorLa maggior parte del lavoro di configurazione in FreeBSD viene fatto
tramite la modifica di file di testo. Perciò, è una buona
idea familiarizzare con un editor di testo. FreeBSD si presenta con
alcuni editor come parte base del sistema, e molti altri sono disponibili
nella collezione dei port.eeeditoreeL'editor più semplice e più facile da imparare si chiama
ee, che sta per easy editor. Per avviare
ee, puoi digitare sulla riga di comando
ee filename dove filename è
il nome del file che deve essere modificato. Per esempio, per modificare
/etc/rc.conf, devi digitare ee
/etc/rc.conf. Una volta all'interno di ee,
tutti i comandi per azionare le funzioni dell'editor sono elencati nella
parte superiore del video. Il carattere ^ è il
tasto Ctrl della tastiera, quindi ^e
si riferisce alla combinazione di tasti Ctrle. Per uscire da ee, premi il tasto
Esc, quindi conferma l'uscita dall'editor. Se il file
ha subito delle modifiche ti verrà chiesto se le vuoi
salvare.vieditorviemacseditoremacsFreeBSD ha come parte base del sistema anche editor di testo
più potenti come vi, mentre altri
editor, come Emacs e
vim, sono inclusi nella
FreeBSD Ports Collection (editors/emacs e editors/vim). Questi editor offrono molte
più funzionalità e molta più potenza a costo di essere
un poco più complicati da imparare ad utilizzare. Comunque se
intendi utilizzare in modo intensivo un editor, imparando ad utilizzare un
editor potente come vim o
Emacs
risparmierai a lungo andare un sacco di tempo.Dispositivi e Nodi di DispositivoIl termine dispositivo viene usato prevalentemente per specificare le
unità hardware all'interno di un sistema, come i dischi, le
stampanti, le schede grafiche, e le tastiere. Durante la fase di avvio di
FreeBSD, la maggior parte delle cose che vengono visualizzate da FreeBSD
riguardano i dispositivi che sono stati rilevati. Puoi riesaminare
questi messaggi di avvio guardando il file
/var/run/dmesg.boot.Per esempio, acd0 è il primo drive
CDROM IDE, mentre kbd0 rappresenta la
tastiera.In un sistema operativo &unix; la maggior parte di questi dispositivi
sono accessibili tramite dei file speciali chiamati nodi di dispositivo,
i quali sono posti nella directory /dev.Creare i Nodi di DispositivoQuando aggiungi un nuovo dispositivo al tuo sistema, o ricompili il
kernel per supportare dispositivi aggiuntivi, devono essere
creati nuovi nodi di dispositivo.DEVFS (DEVice File System)Il file system device, o DEVFS, fornisce la
disponibilità dello spazio dei nomi dei dispositivi del kernel
allo spazio dei nomi globale del file system. Invece di dover creare
o modificare i nodi di dispositivo, DEVFS mantiene
in modo automatico questo particolare file system.Guarda la pagina man di &man.devfs.5; per maggiori
informazioni.Formati dei BinariPer comprendere il motivo per cui FreeBSD usa il formato &man.elf.5;,
devi prima conoscere un pò i tre attuali formati eseguibili
dominanti per &unix;:&man.a.out.5;Il più vecchio e classico formato oggetto
di &unix;. Usa un'intestazione corta e compatta con un numero magico
all'inizio che è spesso usato per caratterizzare il formato
(vedere &man.a.out.5; per maggiori dettagli). Contiene tre segmenti
caricabili: .text, .data, e .bss più una tabella di simboli e
una di stringhe.COFFIl formato oggetto di SVR3. Poichè l'intestazione include
una porzione di tabella, puoi avere molto di più delle sole
sezioni .text, .data, e .bss.&man.elf.5;Il successore di COFF, caratterizzato da
sezioni multiple e da possibili valori a 32-bit o 64-bit. Uno dei
maggiori svantaggi: ELF fu progettato con
l'assunzione che ci doveva essere solo un ABI per ogni tipo di
architettura dei sistemi. Tale assunzione è in realtà
piuttosto sbagliata, e non è vera nemmeno nel mondo commerciale
di SYSV (che ha almeno tre ABI: SVR4, Solaris, SCO).FreeBSD tenta di aggirare questo problema fornendo un
utility per marchiare un eseguibile
ELF con informazioni sull'ABI per il quale è
stato costruito. Guarda la pagina man &man.brandelf.1; per maggiori
informazioni.FreeBSD proviene dalla scuola classica e ha usato il
formato &man.a.out.5;, una tecnologia sperimentata ed utilizzata
attraverso molte generazioni delle release BSD, fino agli inizi del ramo
3.X. Sebbene fino ad allora era possibile costruire ed eseguire su
un sistema FreeBSD binari (e kernel) del formato ELF,
inizialmente FreeBSD si oppose al salto di cambiamento al
formato ELF come formato di default. Per quale motivo?
Dunque, quando la scuola Linux fece il suo doloroso passaggio a
ELF, questo non era sufficiente per abbandonare
il formato eseguibile a.out a causa del loro
rigido meccanismo a salto-di-tabella basato sulla libreria condivisa, il
quale rendeva la costruzione di librerie condivise un compito molto
difficile tanto per i venditori che per gli sviluppatori. Tuttavia,
quando gli strumenti di ELF furono in grado di offrire
una soluzione al problema della libreria condivisa e quando furono visti
come la strada imminente, il costo della migrazione
fu accettato poichè necessario e avvenne così la
transizione. Il meccanismo di libreria condivisa di FreeBSD è
basato sullo stile più restrittivo del meccanismo di libreria
condivisa degli &sunos; di Sun, e come tale, è molto facile da
utilizzare.Quindi, perchè ci sono così tanti formati
differenti?In passato l'hardware era semplice. Questo hardware semplice
sosteneva un sistema semplice e piccolo. Il formato
a.out era del tutto adatto per rappresentare i binari
su questo semplice sistema (un PDP-11). Nonostante le persone fecero il
port di &unix; da questo semplice sistema, esse mantennero il formato
a.out poichè era sufficiente per un primo port
di &unix; verso architetture come Motorola 68k, VAXen, ecc.All'epoca alcuni ingegneri hardware di spicco stabilirono che se tale
formato poteva forzare il software a fare alcuni trucchi sporchi, allora
esso sarebbe stato in grado di abbattere alcune barriere di progettazione
e permettere al core della CPU di andare più veloce. Benchè
il formato a.out fu progettato per lavorare
con questo nuovo tipo di hardware (conosciuto ai giorni d'oggi come
RISC), esso fu appena sufficiente per questo
hardware, quindi furono sviluppati altri formati per ottenere delle
prestazioni da questo hardware migliori di quelle che il limitato e
semplice formato a.out era in grado di offrire.
Furono inventati formati come il COFF,
l'ECOFF, e alcuni altri e furono esaminate le loro
limitazioni prima che fu prodotto l'ELF.Per di più, le dimensioni dei programmi stavano diventando
enormi e i dischi (e la memoria fisica) erano ancora relativamente
piccoli, e quindi il concetto di libreria condivisa prese piede.
Inoltre il sistema di VM (Memoria Virtuale) divenne più
sofisticato. Benchè ognuno di questi miglioramenti fu fatto
utilizzando il formato a.out, la sua utilità
si distese sempre più con ogni nuova caratteristica. In aggiunta,
la gente voleva caricare alcune cose in modo dinamico al tempo di
esecuzione, o anche scartare parte dei loro programmi dopo l'esecuzione
del codice iniziale al fine di salvare memoria e spazio di swap.
I linguaggi divennero più sofisticati e le persone desideravano che
il codice venisse chiamato dopo il main in modo automatico. Furono
apportati molte migliorie al formato a.out per
permettere tutte queste cose, e sostanzialmente tutto funzionò per
un dato periodo. Col passare del tempo, il formato
a.out non fu più in grado di gestire
tutti questi problemi senza apportare dei miglioramenti al codice con
un conseguente aumento della complessità. Benchè il formato
ELF risolveva molti di questi problemi, era doloroso
migrare da un sistema che tutto sommato funzionava. Quindi il formato
ELF attese fino a quando fu meno doloroso
rimanere con il formato a.out piuttosto che migrare
al formato ELF.Tuttavia, il tempo passò, e gli strumenti di costruzione che
FreeBSD derivò dai loro strumenti di costruzione (in particolare
l'assemblatore ed il loader) evolsero in due tronconi paralleli.
L'albero di FreeBSD aggiunse le librerie condivise e sistemò alcuni
bug. Il popolo di GNU che in origine aveva scritto questi programmi
li riscrisse e aggiunse un semplice supporto per la costruzione di
compilatori cross, la possibilità di produrre formati diversi a
piacimento, e così via. Da quando molte persone vollero costruire
compilatori cross per FreeBSD, questi furono delusi poichè i vecchi
sorgenti che FreeBSD aveva per as e
ld non erano pronti per questo lavoro.
La nuova serie di strumenti di GNU (binutils)
supportavano la compilazione cross, ELF, le librerie
condivise, le estensioni C++, ecc. Inoltre molti venditori stanno
rilasciando binari ELF, ed è una buona cosa
per FreeBSD eseguirli.Il formato ELF è più espressivo di
quello a.out e permette una maggiore
estensibilità nel sistema base. Gli strumenti di
ELF sono meglio mantenuti, e offrono un supporto alla
compilazione cross, che sta a cuore a molte persone.
ELF può essere un pò meno veloce di
a.out, ma tentare di misurarne le prestazioni non
è molto semplice. Ci sono anche numerosi dettagli che sono diversi
tra i due formati nel modo in cui essi mappano le pagine, gestiscono il
codice iniziale, ecc. Questi dettagli non sono molto importanti, ma tra i
due esistono delle differenze. Nel tempo il supporto per il formato
a.out verrà rimosso dal kernel
GENERIC, e alla fine sarà rimosso
completamente dal kernel non appena non ci sarà più la
necessità di eseguire programmi con il formato
a.out.Per Maggiori InformazioniLe Pagine Manpagine manLa documentazione più esauriente su FreeBSD è
costituita dalle pagine man. Quasi tutti i programmi sul sistema hanno
un piccolo manuale di riferimento che spiega il funzionamento di base e
i vari argomenti del programma stesso. Questi manuali possono essere
visualizzati con il comando man. L'uso del comando
man è semplice:&prompt.user; man comandocomando è il nome del comando di cui
desideri maggiori informazioni. Per esempio, per sapere di più
circa il comando ls digita:&prompt.user; man lsIl manuale in linea è diviso in sezione numerate:Comandi utente.System call e codici di errore.Funzioni della libreria C.Driver dei dispositivi.Formati di file.Giochi e altri passatempo.Informazioni varie.Comandi di mantenimento e di funzionamento del sistema.Sviluppo del kernel.In qualche caso, lo stesso soggetto può apparire in
più di una sezione del manuale in linea. Per esempio, esiste
un comando utente chmod e una system call
chmod(). In questo caso, puoi dire al comando
man quale vuoi specificando la sezione:&prompt.user; man 1 chmodIn questo caso verrà visualizzata la pagina man del comando
utente chmod. I riferimenti di una sezione
particolare del manuale in linea sono tradizionalmente posti tra
parentesi all'interno della documentazione, quindi &man.chmod.1; fa
riferimento al comando utente chmod e &man.chmod.2;
fa riferimento alla system call.Tutto questo va bene se conosci il nome del comando e desideri
semplicemente sapere come usarlo, ma cosa succede se non ricordi il nome
del comando? Puoi usare man con l'opzione
per ricercare tramite parole chiavi nelle
descrizioni dei comandi:&prompt.user; man -k mailCon questo comando ti verrà presentata una lista di comandi
che hanno la parola chiave mail nella loro descrizione.
Di fatto questo meccanismo funziona proprio come il comando
apropos.Stai dando un'occhiata a tutti quei comandi fantastici che si
trovano in /usr/bin ma non hai la più
pallida idea di cosa fanno la maggior parte di essi? Semplicemente
digita:&prompt.user; cd /usr/bin
&prompt.user; man -f *oppure&prompt.user; cd /usr/bin
&prompt.user; whatis *che è la stessa cosa.I File Info di GNUFree Software FoundationFreeBSD include molte applicazioni e utility prodotti dalla Free
Software Foundation (FSF). Oltre alle pagine man, questi programmi
hanno dei più ampi documenti in ipertesto chiamati file
info che possono essere visualizzati con il comando
info, o se hai installato
emacs, con la modalità info di
emacs.Per usare il comando &man.info.1;, digita semplicemente:&prompt.user; infoPer una breve introduzione, digita h. Per un
rapido riferimento dei comandi, digita ?.